Guida Editore | BOJANO Alberico Briganti e senatori |
Codice: gui052 ISBN 88-7188-198-2 224 Pagine - anno 1997 |
Chi è il senatore del Regno d'Italia, il cui destino incrociò quello di Garibaldi, di Carlo Pisacane e del potente ministro dell'Interno Giovanni Nicotera? Il suo nome, Achille Del Giudice, è poco rivelatore ai più. Possidente di terre ed ar-menti, figlio e nipote dei farmacisti del paese, tanto ricchi da essere locati nella Dogana delle pecore di Foggia, egli fa parte di quella schiera di borghesi liberali benestanti che nel meridione borbonico favorirono l'unifica-zione d'Italia. Ma gli ideali mazziniani in lui lasciarono presto spazio all'ambizione politica ed al pro-fitto economico. Sindaco, Consigliere provinciale per 24 anni a Caserta, deputato a Roma, poi senatore per 12 anni, Del Giudice subirà nel tempo ro-vesci politici e finanziari che coinvolgeranno il suo protettore Nicotera, tramite la figlia adottiva di questi, Silvia Pisacane, della cui dote Del Giudice fece un uso tanto disinvolto da strapparlo al seggio di Palazzo Madama per trascinarlo in un lungo procedimento giu-diziario, cui grande eco diede la stampa del tempo. Basata su fonti documentarie spesso ine-dite, la biografia di don Achille è uno spac-cato della quotidianità minuta di un piccolo paese, S. Gregorio Matese, dal quale si os-serva il passaggio dei grandi eventi che hanno segnato le vicende storiche meridionali degli ultimi due secoli. L'eversione della feudalità, l'interregno francese, il lento spegnersi della nobiltà filoborbonica, il '48 napoletano, l'unità italiana, il tragico decennio del brigantaggio, via fino alle vicende politiche della Roma capitale, sono le tappe rivissute nella biografia di Del Giudice, dal tempo dei suoi avi del '700 feudale, fino ai discendenti del primo '900 prefascista, nello scorrere ineso-rabile di eventi storici che non hanno cam-biato più di tanto i destini asfittici di pastori e contadini. Un libro di storia locale non ripiegato su se stesso, ma testimone del tempo dal quale veniamo, per capire meglio dove vogliamo andare, poiché solo le piccole comunità che ricordano il loro passato possono contribuire al progresso della società cui appartengono, mentre quelle che cancellano la memoria sto-rica diventano terra sterile, di nuovi briganti, cui il tempo negherà il diritto di creare nuova vita. |
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