Primi passi per la 

Comunità del Cibo del fusillo felittese

articolo pubblicato su Unico n.42 del 29.11.2014


Articolo Unico n. 42/2014  

Show Cooking con Vezzoli e Circiello

Christian Cioffi, referente della Comunità, con gli chef Vezzoli e Cerciello
e i fusilli felittesi al Salone Internazionale della Dieta Mediterranea
      E' già tempo di un primo bilancio per la giovane Comunità del Cibo del fusillo felittese. Costituita da meno di due mesi, in seguito all'incontro di fine settembre per iniziativa congiunta del Comune, della Pro Loco e della Condotta Slow Food Cilento, ha accumulato in breve tempo un bagaglio di esperienze che potranno sicuramente essere utili nella prospettiva dell'istituzione di un Presidio Slow Food del nostro fusillo. Oltre al lavoro di revisione della scheda tecnica del prodotto, nell'arco di pochi giorni e sfruttando le occasioni procurate da Daniela Cennamo, fiduciaria della Condotta, è passata dal Mercato della Terra di Piano di Sorrento agli stand del Salone Internazionale della Dieta Mediterranea di Vallo della Lucania, condividendo problematiche e intrecciando relazioni il cui valore va ben oltre il chilo, in più o in meno, di fusilli venduti. Oltre l'importante ritorno in termini di visibilità, tutto questo serve soprattutto a prendere coscienza che è effettivamente possibile valorizzare (anche economicamente) la nostra pasta, ma certo non per grazia ricevuta. Per pretendere valore occorre restituirne altrettanto, in termini di qualità, di tipicità, di correttezza (se proprio non vogliamo definirlo buono, pulito e giusto...).
La Comunità del Cibo, in questo senso, può rappresentare un ottimo viatico, da intendersi anche come lo strumento attraverso cui diffondere, tra le varie figure interessate alla filiera produttiva, la filosofia caratteristica di Slow Food. Serve a generare la consapevolezza che non è necessario essere dei luminari che ruminano biodiversità per comprendere che ogni cosa persa per strada ci rende più poveri, sia materialmente che emotivamente; che la lentezza non è perdita di tempo, ma recupero di valori e di sensazioni; che la frenesia impostaci dai tempi altro non è che il mezzo per farci ingurgitare quanto producono gli stessi che ci fanno vivere correndo.
Chi lavora la terra magari farà meno fatica a zappare che a realizzare quanto sia meglio approcciare il suo lavoro in modo diverso, ma è un passaggio obbligato. Dovrà per forza convincersi che coltivare quello che passa il convento nei modi e con le scorciatoie normali lo vede giocoforza perdente: il suo grano non sarà mai competitivo, seppure appena migliore di quello dei grandi produttori. Dovrà provare ad invertire la rotta, facendo un balzo che nulla ha di nostalgico ma che, al contrario, si propone di rendere possibile monetizzare il rispetto della terra e della propria dignità. Stesso discorso potremmo farlo per chi produce l'olio o le uova. E stesso discorso vale per chi si dedica (o vorrebbe dedicarsi) alla fattura dei fusilli. A tutti i soggetti coinvolti vogliamo ricordare, a costo di essere stantii, che il nostro fusillo avrà un futuro finché i suoi primi ingredienti saranno onestà e fatica. Viceversa, sarebbe come intraprendere una lotta contro i mulini a vento.

Rosario Bamonte - Felitto.Net


pagina inserita il 05.12.2014 - ultimo aggiornamento 05.12.2014 Valid HTML 4.01 Transitional

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