Madonna di Costantinopoli, olio
su tela, 2000

Via
Centrale, pirografia, 1992

Scorcio dal fiume, acrilico
su tela, 1990

Ponticello medievale, acrilico
su tela, 1998
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Antonio Suriano si inserisce
facilmente in quel contesto socio-culturale della realtà
felittese. Fin dall'inizio si è guardato intorno e
progressivamente, attraverso il suo fare pittorico, ha
rappresentato: le varie epoche, le strutture, i manufatti e la
felice collocazione del posto che lo ha visto presente da sempre.
Egli percorre spesso le vie del paese con a tracolla il cavalletto e
gli attrezzi, che piazza tra lo scorcio di un arco e l'orrido di una
gola; mentre su una tela il pennello corre a rappresentare:
1'intersecarsi di arcate medievali, il rincorrersi di torri, il
verdeggiare cupo e melanconico di strapiombi. Un mondo immaginario,
fantastico, fatto di gnomi, folletti, baccanti sembra abitare questo
posto, "è il regno di Dionisio"; e, mentre lo
sguardo spazia, il nostro essere si sente percorso dal liquido che
Bacco profuse sulle zolle.
Un
amore-odio lega l'uomo alla terra, che tanto più evidente si
manifesta quanto più si è rivolti verso la
rappresentazione di intimi sentimenti.
Questo artista, che illustra tutti gli aspetti e ci rende
partecipi del mondo dove vive, spesso si identifica sulla tela sotto
l'aspetto di una colomba bianca; essa vorrebbe librarsi in cerca di
spazi che non siano i dirupi a strapiombo, o nascondersi
giocherellando tra le gole del fiume, che non curante scende
tortuoso. Qui il tempo scorre più lento, si può
credere alle favole ed è possibile godere dell'intervallo tra
l'essere e il divenire. Da lontano giunge l'eco della
velocità, mentre si avverte l'incanto dell'atmosfera tra un
volteggiare di ali e un sussurro lieve che fa tremare di
paura.
Allora è più
forte la voglia di evadere il desiderio di partecipare alla
velocità del mondo: "essere colomba per soddisfare la
voglia di vita che pulsa". La ricerca è l'incessante
occupazione che spinge Antonio Suriano verso la musica, verso
l'insegnamento; che saputo trasmettere con amore. Oggi, tra le
soddisfazioni avute le frequenti partecipazioni nel campo dell'arte,
c'è quella più grande: vedere la continuità e
la completezza del proprio operare attraverso la figlia Maila,
iscrittasi all'Istituto d'Arte.
La ragazza anche se giovane ha già raccolto diversi
consensi, quello a cui tiene maggiormente è il 1° premio
ricevuto per la partecipazione a un concorso bandito dall'ufficio di
presidenza del consiglio regionale della Basilicata. In quella
occasione Maila ha dimostrato, attraverso la rappresentazione
pittorica, una profonda conoscenza dell'indole della nostra regione
e delle radici della sua storia comuni a quelle
dell'Europa.
I figli che seguono
le orme padri sono certamente motivo di appagamento, ma anche motivo
di stimolo reciproco per un cammino di generazioni verso un
orizzonte comune. Il cammino del nostro artista ultimamente
è rivolto verso rinnovamento, infatti il colore si è
schiarito mentre la linea si è fatta più agile, tesa
ad abbandonare la rigidità di certi schemi. Ciò fa
pensare a un'evoluzione verso una stesura coloristica più
gioiosa.
da
"Antonio Suriano, cavalletto in spalla e Felitto nel
cuore", articolo di Nera D'Auto in "Cilento - ieri oggi
domani", anno II, n. 9, ottobre 1996
Chiesa Madre di Felitto, acrilico
su tela, 1998

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