Perchè a vent'anni è tutto ancora intero,
perchè a vent'anni è tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero,
quante balle si ha in testa a quell'età,
oppure allora si era solo noi
non c'entra o meno quella gioventù...
di discussioni, caroselli, eroi
quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu... Eskimo, Francesco Guccini, 1978
Correvano quelli che, poi, sarebbero stati definiti gli anni di piombo. Da lì a poco, in un crescendo di violenza, la strategia della tensione, la televisione ci avrebbe raccontato il rapimento
e l'assassinio di Aldo Moro.
Protetti dalla tranquillità felittese, forti della nostra ingenuità e dei sogni, più che appassionarci allo scontro cercavamo ragioni e momenti di aggregazione. Il calcio era un collante forte, e molto del nostro tempo giovanile lo abbiamo
trascorso sull'erba del vecchio campo al Casale, accanto al fiume (il fitto lo pagavamo con i nostri soldi). Le partite infinite erano certamente gratificanti, ma sentivamo che occorreva creare altre occasioni per stare insieme.
Per organizzare il nostro tempo nacque, dunque, l'A.G.F. Era il 1977. E per alcuni anni significò calcio, proiezioni di film, e molte altre attività ricreative.
Grazie all'autofinanziamento (e agli incassi di due veglioni, tra Santo Stefano e Capodanno), acquistammo le sedie ed il proiettore da 16 mm del cinema dismesso di Laurino. Così la nostra sede, in cui coabitavamo con qualche mugugno con la Pro Loco, a fine settimana diventava cinema. I film andava a prenderli il nostro presidente, Cosmo, dalle Paoline a Salerno. Ogni settimana
portava a Felitto le pizze del nuovo film, restituendo quelle del vecchio.
Ricordo il primo film, Continuavano a chiamarlo Trinità e la fatica di concludere la proiezione, con la pellicola che si spezzava in continuazione. Ma la gente veniva comunque, sopportava e rideva. E ricordo anche il più grande fiasco, Il flauto magico di Bergman. Pochissime persone (incasso 700 lire!), che non si accorsero (o
ringraziarono in cuor loro) che dopo la pizza del primo tempo avevamo montato direttamente quella del quarto ...
Nacque perfino un mensile: si chiamava Spazio Giovane, anche se il suo aspetto era austero e poco innovativo, ma quello ci consentivano i mezzi e le nostre capacità. Era ciclostilato. Le matrici le facevamo un pò a mano e molto utilizzando una Olivetti Lettera32.
Questo spazio vuole provare a ricordarne e documentarne l'esperienza.
Confidiamo, facendolo, nella vostra indulgenza e benevolenza: in molti, stupidi forse, vent'anni nemmeno li avevamo...
n. 1 - ottobre 1977
n. 2 - novembre 1977
n. 4 - gennaio 1978
n. 5 - febbraio 1978
n. 6 - maggio 1978
(archivio: Rosario Bamonte)
Pagina inserita il 30.11.2014 - Ultima modifica 30.11.2014