Incontro con Slow Food |
per una Comunità del Cibo |
26 settembre 2014, sala consiliare |
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Dopo un primo approccio, rimasto senza esito, Felitto riprova a costruire un percorso condiviso con Slow Food, incentrato sul
fusillo felittese. L'obiettivo è quello di costruirgli intorno una Comunità del Cibo, una sorta di fulcro attorno a cui aggregare gli interessi convergenti dei vari soggetti
in vario modo coinvolti. Nell'introdurre i lavori, il sindaco Maurizio Caronna ha evidenziato la necessità di condividerne il percorso con la popolazione e si è soffermato sulla bivalenza del carattere di tipicità proprio del fusillo, che potrebbe essere visto sia come limite, sia come risorsa. L'obiettivo è riuscire a dare una prospettiva a chi è disposto ad investire nella filiera produttiva, e di superare i timori e la diffidenza di chi attualmente ne trae benefici nel sommerso, senza l'assunzione di rischi imprenditoriali. La valorizzazione del prodotto, se attuata in modo serio e determinato, dovrebbe in realtà riuscire a rendere più remunerativa l'attività di tutti. Un invito per niente velato a guardare oltre gli angusti confini del proprio orticello. Per Slow Food è intervenuta la fiduciaria della Condotta cilentana, Daniela Cennamo, che ha illustrato il percorso necessario a far sì che possa nascere la Comunità del Cibo incentrata sul nostro fusillo. Ha sottolineato, tra l'altro, quelli che sono i caratteri delle azioni dell'associazione, non una pura attività di marketing ma una miscela fatta di cura delle materie prime, attenzione al paesaggio e rispetto della terra che, a pensarci bene, null'altro è se non rispetto di noi stessi. E', poi, toccato ad Antonio Pellegrino, responsabile delle Comunità del Cibo della provincia di Salerno, portare la sua testimonianza e la sua esperienza della Comunità del Cibo di Caselle in Pittari, impegnata nel recupero delle antiche varietà granarie diffuse nella nostra area. Ha voluto precisare che non bisogna lasciarsi spaventare dal livello quantitativo apparentemente basso della produzione artigianale del fusillo, in quanto è proprio la piccola quantità a diventare un'opportunità, se adeguatamente gestita. Ed ha concluso sottolineando la necessità di preservare materie e tecniche, garanti di quella tipicità messa a repentaglio da un'agricoltura con sempre minor riguardo per la natura e per l'uomo. Il buono, pulito e giusto da assumere come traccia anche per la creazione di una filiera del fusillo felittese caratterizzata da un alto profilo etico. Musica per le nostre orecchie che, con Cingulianno. L'arte del fusillo felittese, proprio in tal senso abbiamo voluto indirizzare l'attenzione. Al termine si è dato spazio agli interventi ed alle adesioni degli interessati, che hanno evidenziato le problematiche connesse alle diverse attività coinvolte nella filiera (rischio cinghiali per le colture, standard normativi eccessivamente stringenti per un prodotto tradizionale,...) Da parte nostra, speriamo di essere riusciti a far passare il messaggio riguardo la necessità di lavorare alla corretta riformulazione con conseguente richiesta agli enti preposti di revisione della scheda-prodotto che identifica il nostro fusillo, ai sensi del Decreto Ministeriale 350/99: vorremmo fosse chiaro che, secondo la scheda attuale, pressoché tutti i fusilli prodotti a Felitto non potrebbero ritenersi fusilli felittesi, oltre a non fare alcun cenno alle deroghe normative di cui potrebbe usufruire un prodotto autenticamente tradizionale. Se permettete, la cosa ci sembra paradossale ed intollerabile. Ma su questo torneremo più avanti, come più avanti attenderemo, fiduciosi, i frutti di quanto discusso in questa occasione. |
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pagina inserita il 24.09.2014 - ultimo aggiornamento 27.09.2014 |