Nell'atrio di una vecchia abitazione appartenuta alla famiglia Ivone vi è ancora dipinto un antico stemma che ha tutta l'aria di essere attribuibile ad un alto prelato. A quanto ci è dato sapere, un membro di questa famiglia, Gaetano, è stato vescovo della diocesi di Alife, in provincia di Caserta, dal 1730 al 1733, anno della sua morte avvenuta a Castel San Lorenzo, dove fu sepolto nella Chiesa di Santa Maria del Monte. I colori del cappello, però, fanno pensare ad un cardinale... e, difatti, secondo Giuseppe Bertone Gaetano Ivone sarebbe stato nominato tale nel Concistoro del 1732. Lo stesso autore racconta che l'Ivone, nato a Felitto il 17 ottobre 1662, prima di intraprendere la carriera ecclesiastica esercitava la professione legale. Avrebbe collaborato alla nota opera di Pietro Giannone Storia Civile del Regno di Napoli e, sotto pseudonimo, avrebbe composto un libello titolato Le corna di Napoli, contro la nobiltà napoletana ed una Pratica dell'inquisizione del Santo Uffizio, opere che sarebbero state causa addirittura di una condanna a morte, da cui lo avrebbe salvato l'interessamento del principe Carafa di SanLorenzo. Dopo queste peripezie, avrebbe trovato riparo a Roma dove, per compensarlo dei servigi ricevuti, un nobile lo avrebbe introdotto negli ambienti clericali. Avrebbe preso parte al Concilio Romano del 1725, quando fungeva da parroco della Chiesa di Santa Maria della Tinta (Luigi Fiorani, Il Concilio Romano del 1725, ESL 1978) |
pagina inserita il 20.03.2015 - ultimo aggiornamento 20.03.2015 |