Laveglia Editore | Arcangelo R. Amarotta Salerno Romana e Medievale dinamica di un insediamento |
Codice: lav003 316 Pagine - 1 edizione - anno 1989 |
Questo libro è la risposta alle domande che mi posi nel corso di ormai lontane ricerche sui nuovi quartieri di Salerno longobarda. La prima riguardava la posizione del Castrum Salerni, preso come punto di riferimento dagli estensori della lex Atinia nel 197 a.C. per la deduzione dell'omonima colonia. Forti dubbi suscitava la localizzazione del castrum in cima al colle che sovrasta la città, acriticamente accolta dalla letteratura storica locale. Se scopo dell'insediamento era il controllo dei Picentini ribelli dopo la battaglia di Canne e se la Capua-Reggio in medio Salerno non c'era ancora, il sito appariva scelto con criteri discutibili, perché distante da Fratte, punto obbligato di passaggio tra il sud e il nord della penisola sul versante tirrenico, che un esercito ribelle in marcia verso Roma avrebbe potuto superare senza difficoltà. La seconda domanda era suggerita dall'ampio ventaglio di congetture sul ritorno bizantino a Salerno dopo la guerra gotica, ai cui estremi si ponevano la renovatio urbis come anello di congiunzione tra il degrado delle prime invasioni barbariche e l'annessione al ducato di Benevento, difesa da Venturino Panebianco, e l'ipotesi di una rottura della storia urbana di Salerno risolta solo dopo la caduta del regno longobardo, proposta da Paolo Delogu. La terza traeva origine dalla rifondazione arechiana come impianto definitivo della città medievale destinato a durare fino al secolo scorso, a parte una insignificante, tarda rettifica. Su questo punto, la diffidenza di matrice culturale verso i grandi nomi della storia politica era alimentata, a mano a mano che procedevo nella ricerca, dal riscontro di una distanza sempre maggiore tra ciò che veniva attribuito al primo principe della Longobardia Minore e ciò che il primo principe della Longobardia Minore aveva realmente fatto. Ho inquadrato le risposte in un discorso trasversale per compensare con l'abbondanza delle fonti medievali la povertà di quelle più antiche. Fonti scritte la maggior parte: alla soluzione di problemi particolarmente spinosi ha contribuito una prudente lettura dei documenti dall'interno. Naturalmente ho utilizzato anche le purtroppo scarse fonti archeologiche disponibili. Per i secoli romani e tardo-antichi la città rimane in gran parte inesplorata, ma presenta un'inedita variabilità di situazioni nell'alto Medioevo, confermando sul piano topografico ed urbanistico la ripetuta affermazione del Duby secondo cui il mondo medievale si mosse con la stessa rapidità di oggi. |
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