1 kg. di semola di grano duro
6/7 uova poco sale pochissima acqua, secondo il tipo di farina questi i semplici ingredienti dell'impasto. Ma, come già detto, il segreto dei fusilli è nel loro essere uno diverso dall'altro, nella fatica che richiede la loro lavorazione.
Un piccolo cilindro di pasta viene a lungo tirato
attorno ad un sottile ferro a sezione quadrata, finché
raggiunge una lunghezza quasi
pari a quella del ferro. | |
Di qui la sostanziale differenza del fusillo felittese con quello delle zone limitrofe, e cilentano in particolare. Questi ultimi sono più grossolani: sono più corti e più spessi, e richiedono, ovviamente, molto meno fatica nella preparazione; la lavorazione dell'impasto è un pò meno determinante per il risultato finale. Appena sfilati, i fusilli vengono stesi uno accanto all'altro ad asciugare: un buon fusillo non deve afflosciarsi: una volta secco conserverà intatto il foro che garantirà una buona cottura. |
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Il fusillo felittese, nella sua più
tradizionale espressione, si serve molto ben condito. Scolato bene
dall'acqua di cottura, viene cosparso di un buon formaggio e di un
denso ragù di castrato, il tutto ben amalgamato prima di
servire. Un vino rosso corposo completa degnamente il tutto, con
grande armonia. E noi, quand'anche non volessimo unirci al suo
canto, meglio potremmo comprendere lo Sgruttendio e la sua Laude dei maccaruni
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Pagina inserita nel 2000 - Ultima modifica 16.09.2014 |