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Nei resoconti delle visite pastorali (cfr. Pietro Ebner) la Chiesa del Rosario non viene citata nel 1606, ma compare in quelli del
1698, in cui troviamo "Fuori abitato, cappelle: del Rosario
(dell'università, vi sono due Gubernatores, uno del Clero e
l'altro dell'università eletti nella prima domenica di
ottobre); ...". Vengono indicati alcuni altari, tra cui
quello di San Martino e di San Rocco, entrambi con icona. Nel 1716
viene indicata "dei fedeli, Confraternita". Le confraternite,
ancora diffuse nel Cilento, erano delle associazioni laiche con
fini mutualistici; potevano possedere cappelle, altari e rendite, ed
erano dotate di statuto. Lo statuto della Confraternita del
Rosario dettava i principi cui i
confrati dovevano attenersi e ne specificava i diritti che, in buona
sostanza, riguardavano gli onori da conferirgli dopo la
dipartita.
Nelle relazioni delle successive visite spesso si leggono lamentele dei vari vescovi sulle pessime condizioni della Chiesa e sulla necessità di porre rimedio al degrado. L'attuale Chiesa è stata completamente sfigurata con uno sciagurato intervento di "restauro" terminato nei primi anni Settanta, segno di ignoranza più o meno colpevole dei soggetti coinvolti. In quella occasione si costruì anche la casa parrocchiale contigua alla Chiesa. In anni più recenti le è stata ridata una facciata più consona, riparando, in parte, il torto subito. Il culto della Madonna del Rosario, già diffuso tra la popolazione, prese grande vigore dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), in cui una lega formata da Spagna, Venezia e Santa Sede sconfisse la flotta turca. Si racconta che durante il combattimento fosse stata invocata dai soldati cristiani, e che il buon esito fosse stato attribuito al suo intervento decisivo. |
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Pagina inserita nel 2000 - Ultima modifica 02.11.2014 | ![]() |