Amiamo camminare e intrufolarci tra gli alberi inarcati sugli antichi sentieri, le
cui tracce ancora sopravvivono lungo il corso del Calore. E amiamo il fluire dell'acqua, ora lieve, ora irrequieto,
ora turbinoso, il suo tappeto sonoro che allontana la mente dalla quotidianità
e la trasporta indietro, forse nei ricordi di fanciullo o nei racconti
dei nonni nelle lunghe sere d'inverno.
Indietro, in una sorta di purificazione dell'anima, in una
rinascita dei sensi infiacchiti dall'opulenza, a ritrovare il tremito delle
foglie carezzate dalla brezza, l'odore della terra bagnata, la fragranza del
pane ancora caldo di forno.
Indietro, a risintonizzare il tempo al battito
del nostro cuore, che troppo spesso si affanna a corrergli
appresso.