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Secondo lo storico aquarese settecentesco, Lucido Di Stefano l'origine di Felitto risalirebbe a tempi remoti, e addirittura la sua fondazione
potrebbe essere dovuta agli Enotri, un'antica popolazione stanziata nell'antica Lucania e scomparsa in seguito alla colonizzazione greca intorno al V secolo a.C. Ma questo,
seppure solletichi la propria vanagloria (a chi non farebbe piacere vantare origini antiche?), non ha alcun riscontro documentale.
Le prime carte che ne riportano il nome sono tutte successive all'anno Mille e sono, comunque, da valutare con cautela.
Giuseppe Bertone, in Felitto tra storia e tradizione data al 1010 la prima fonte documentaria, un atto con cui un principe longobardo divideva le sue sostanza tra gli eredi.
Più tarda è la citazione di una chiesa di San Benedetto di Felitto in una presunta bolla papale risalente al 1191, come pertinenza del monastero benedettino di San Lorenzo de Strictu.
Per Pietro Ebner il primo documento a farne menzione sarebbe ancora più recente, del 1248, e si tratterebbe una lettera di papa Innocenzo IV dall'esilio di Lione.
Successive, sporadiche e incerte citazioni si trovano nei Registri della Cancelleria Angioina, e poi Aragonese, ma non vanno oltre la fredda burocrazia.
Occorre superare il 1500 per trovare la prima documentazione degna di rilievo, in grado di fornire delle indicazioni sulle caratteristiche e sull'uso del territorio. Si tratta di atti contenenti i confini (1534) e, soprattutto, di quanto è sopravvissuto degli antichi Capitoli dell'Università, risalenti al 1539. Questa documentazione è pubblicata in
Felitto. Appunti e documenti, che segue da allora in poi le vicende dei soggetti economicamente rilevanti, che hanno dominato la scena fino ai primi dell'Ottocento: università, feudalità e clero.
L'elemento feudale per oltre due secoli e mezzo è stato rappresentato dai baroni Carafa, più tardi principi di San Lorenzo, cui Felitto era pervenuto coi capitoli matrimoniali tra Geronimo Carafa (principe di Stigliano e duca di Laurino) e Errichetta Sanseverino.
L'elemento ecclesiastico, composto da vari enti religiosi, era prevalentemente incardinato sulla Chiesa di Santa Maria Maggiore, ossia dell'Assunta, la Chiesa Madre, a cui apparteneva una miriade di terreni distribuiti in tutto il territorio comunale.
Infine l'elemento comunitario, l'Università, di antica costituzione e titolare di una serie di boschi e difese, proprietà indivisa tra i cittadini che, nel rispetto delle regole degli statuti, potevano esercitarvi una serie di usi civici.
Con l'eversione della feudalità, ai primi dell'Ottocento, all'autorità feudale si sostituisce il potere dei galantuomini, la cui forza economica era cresciuta, già nel Settecento, all'ombra del barone.
Nel tempo aumentò sempre più il loro controllo sulla terra, limitando le possibilità delle classi meno abbienti di usufruire dei benefici delle terre comuni. Il rapporto conflittuale tra cafoni e galantuomini, un misto di soverchierie e astuzie bertoldesche, si sarebbe inoltrato nel XX secolo, contornato dal crescente flusso migratorio che, alla lunga, avrebbe riguardato gli uni e gli altri.
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